Riepilogo
NEL 2011, GLI ORDIGNI ESPLOSIVI HANNO PROVOCATO MOLTE PIÙ VITTIME CIVILI DEI SOGGETTI ARMATI.
Nel 2011, la maggioranza delle persone ferite o uccise da ordigni esplosivi sono civili. I dati raccolti da fonti giornalistiche rivelano che le esplosioni violente hanno provocato almeno 21.499 vittime. Complessivamente, il 71% di tali vittime sono civili.
Nelle aree popolate si sono registrate più di 18.000 vittime (87%) nel corso dell’anno 2011. L’84% del totale sono civili.
L’EVMP (Progetto di indagine sulle esplosioni violente) ha registrato 4.807 vittime civili in 200 incidenti in luoghi di culto, mercati e adunanze pubbliche di tutto il mondo. In confronto a quelle aree come ospedali, scuole e infrastrutture umanitarie, dove il diritto internazionale ha, in un certo senso, stigmatizzato e proibito l’uso di ordigni esplosivi, tali incidenti sono relativamente meno frequenti, ossia 58 in totale.
ALCUNI ORDIGNI ESPLOSIVI CON SPECIFICHE CARATTERISTICHE D’USO SONO PARTICOLARMENTE PERICOLOSI PER I CIVILI.
Secondo i dati in materia a disposizione dell’EVMP, gli ordigni esplosivi improvvisati (IED) hanno causato la maggioranza delle vittime civili registrate nel 2011 (61%). L’uso degli IED in aree con probabili concentrazioni di civili è particolarmente preoccupante e può avere serie ripercussioni su questi ultimi. Ad esempio, circa tre quarti degli incidenti causati da autobombe si sono verificati in aree popolate. La media delle vittime civili causate da ognuno di questi incidenti è quasi dieci volte superiore a quella delle vittime di ordigni fatti esplodere sulla strada, spesso con l’obiettivo di colpire singoli veicoli.
Ovunque siano usati gli IED, il 76% delle vittime sono civili, un dato comparabile alla percentuale di vittime civili provocate da armi artigianali come mortai (90%), missili (69%) e granate (86%).
Il 79% degli esplosivi artigianali utilizzati in aree popolate sono di tipo terra-terra, mentre il 20% aviolanciati. Questo smentisce la convinzione che gli ordigni esplosivi siano principalmente usati per bombardamenti aerei su vasta scala, come quanto avvenuto durante la Seconda Guerra Mondiale o la Guerra del Vietnam. Ciò sottolinea la necessità di prestare maggiore attenzione all’uso di ordigni terra-terra in aree popolate.
Nel 2011, ogniqualvolta specifici ordigni esplosivi sono stati usati in aree popolate, le ripercussioni sono notevoli sui civili (a differenza di quelle imputabili a attacchi da parte di soggetti armati). È stato dimostrato che il mortaio e altre armi da fuoco indirette hanno provocato un’elevata percentuale di vittime civili. Il 90% di tutte le vittime provocate dal mortaio sono civili.
NEL 2011, GLI ORDIGNI ESPLOSIVI HANNO FERITO E UCCISO MOLTI CIVILI IN UBICAZIONI DIVERSE.
Le esplosioni violente sono geograficamente diffuse, ma particolarmente intense in determinati paesi e conflitti. In 27 dei 68 paesi e i territori colpiti da tali esplosioni si è registrato un solo incidente. Secondo l’EVMP, il 71% delle vittime civili totali è stato contato in 5 paesi con il maggior numero di vittime civili causate da esplosioni violente: Iraq, Pakistan, Afghanistan, Libia e Somalia.
Le esplosione violente si sono verificate anche al di fuori di contesti bellicosi. Ne è un chiaro esempio il vasto uso di granate da parte di attori non statali in 34 paesi e territori nel corso del 2011.
L’uso di ordigni esplosivi da parte dello Stato sul proprio territorio e tra i propri cittadini si è verificato in numerosi contesti. Ne sono un esempio i bombardamento di alcune città di Siria, Libia e Yemen. In tali paesi, l’incremento della frequenza e la recrudescenza del ricorso agli ordigni in questione hanno sensibilmente compromesso la sicurezza, oltre che aperto una falla nella relazione di responsabilità tra Stati e i cittadini, portando all’insorgere di una crisi umanitaria.
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